(8 Gennaio 2021)
Val Vibrata - Consorzio Atea pronto per entrare nella piattaforma "Alibaba"
Preoccupa però la scomparsa di Jack Ma. Palandrani: "il progetto andra avanti senza indecisioni".
VAL VIBRATA - Che fine ha fatto Jack Ma, magnate cinese del commercio elettronico, nonché proprietario della grande piattaforma di vendita on line Alibaba? Un mistero ancora irrisolto che, per alcuni aspetti di natura commerciale, potrebbe avere un riflesso negativo sulla strategia messa in campo dal Consorzio di pellettieri Atea, con sede ad Alba Adriatica. Un sodalizio di imprenditori, presieduto da Francesco Palandrani (nella foto), che raggruppa circa 60 aziende abruzzesi ed alcune marchigiane operanti nel settore della pelletteria e dell'abbigliamento, in particolare modo concentrate nell'area produttiva della Val Vibrata. Le recenti notizie riguardanti il caso della scomparsa del ricco finanziere orientale, ormai da oltre due mesi, hanno suscitato una certa preoccupazione nell'intero comparto, considerando il programma intrapreso proprio dal Consorzio di pellettieri che stabiliva, per la prima volta, l'ingresso nel grande sistema internazionale di vendita on line, di Alibaba. Tale svolta, al fine di rimettere in moto gli ordinativi di merce crollati da molti mesi, a causa della pandemia da Covid-19, era già stata illustrata nel convegno svoltosi a Tortoreto, la scorsa estate, ed ora con il nuovo anno, era arrivato il momento di metterla in atto. "Abbiamo -ha detto ieri il presidente di Atea- in agenda una riunione in merito ma il nostro progetto di entrare nell'E-commerce andrà avanti senza indecisioni, visto che non ci sono altre alternative valide per tentare di ridurre la forte crisi economica in corso. Credo che il caso Jack Ma si risolverà. E' una una persona molto importante. Noi, comunque, restiamo fiduciosi di poter firmare al più presto il contratto con Alibaba". Molte ditte sono quasi ferme con centinaia di dipendenti in cassa integrazione e se la problematica situazione sanitaria dovesse persistere a lungo, potrebbe provocare la chiusura di varie fabbriche. "Da diversi mesi -ricorda Palandrani- non possiamo più partecipare alle fiere internazionali e nell'ultima edizione del Mipel, a Milano, non c'era nessuno. Ribadisco -conclude- che non abbiamo altra opzione che il commercio elettronico, rivolto solo a grossisti e non a utenti finali". Palandrani, infine, non manca di lanciare un appello alla Regione, per chiedere sostegno ed aiuti economici verso l'importante settore che occupa oltre 2.000 lavoratori.
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