(20 Febbraio 2021)
Alba Adriatica - I ristoratori: "Basta chiusure, ormai siamo al collasso
Il presidente di ARiA, Valerio di Mattia, propone un sistema di apertura in base ai colori.
ALBA - Ristoratori abruzzesi al tracollo, a causa della pandemia di Corona Virus e, stando alle loro considerazioni anche per le norme adottate finora. "Dai dati di Confcommercio e Confesercenti- dice Valerio Di Mattia (nella foto) presidente dell'Associazione Ristoratori Abruzzo "ARiA Food", con sede ad Alba Adriatica- sono oltre 10mila i colleghi in campo, con circa 80mila occupati ed un consistente indotto commerciale. Se questa situazione disastrosa non muterà in meglio, compresi i provvedimenti riguardanti la nostra categoria, abbasseremo definitivamente le saracinesche". La crisi sanitaria ha travolto il settore della ristorazione e dell'intera filiera agro-alimentare ma per i ristoratori le misure a contrasto del Virus non sono state sempre efficaci. "Anziché -contesta Di Mattia- individuare soluzioni che consentissero l'applicazione rigorosa delle regole indicate, la politica ha preferito chiudere in modo indiscriminato un intero comparto che presenta caratteristiche molto eterogenee. Continuare a colpire con queste modalità sottolinea- appare del tutto incomprensibile, tanto più che per altre categorie si è riuscito a contemperare il diritto al lavoro con la tutela della salute". Di Mattia dalle critiche passa poi ad elencare le richieste dell'associazione. "Proponiamo un ricorso al Tar -illustra- per chiedere la sospensione dei provvedimenti che non consentono l'esercizio nelle ore serali in zona gialla ma, invece, che sia autorizzato a pranzo e cena, fino alle ore 23,30". In tale maniera, per Di Mattia, si eviterebbero i recenti affollamenti registrati in zona gialla, con il solo pranzo a disposizione. "Per la zona arancione -continua il ristoratore- chiediamo che l'attività sia aperta per mezza giornata, con ulteriore limitazione dei posti in sala ma permettendo di poter optare tra il pranzo e la cena, secondo le caratteristiche dell'impresa". Alcuni ristoratori non hanno sempre rispettato le norme. "Non possono essere -precisa in tal senso- due mele marce a rovinare la categoria che nella stragrande maggioranza ha saputo riorganizzarsi, dimostrando di saper garantire il distanziamento sociale e ogni forma di cautela sanitaria. Tuttavia -conclude- ciò non è bastato". Infine, tra le iniziative, non mancherà un ricorso dinanzi al Tribunale civile per ottenere un ristoro adeguato rispetto alle pesanti perdite subite.
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